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L’ecomuseo

VISITA IL MUSEO
SS127BIS, 21,
07041 Alghero | Fertilia SS
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TELEFONO
[+39] 348 77 83 290
ORARI

Dal 29 marzo al 19 maggio
apertura dal VENERDI alla DOMENICA nelle seguenti fasce orarie:
mattina 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)
pomeriggio 15.30 – 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)

Dal 20 maggio al 30 settembre
apertura dal MERCOLEDÌ alla DOMENICA nelle seguenti fasce orarie:
mattina 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)
pomeriggio 17.00 – 19.30 (ultimo ingresso ore 19.00)
LUNEDÌ CHIUSO

Foto di ISO IMAGE – www.isoimage.it

Il museo

L’Ecomuseo Egea è un’occasione unica per riscoprire e valorizzare una storia ricca di valori ed estremamente attuale. Un modo per TENERE ACCESA UNA LUCE SULLA MEMORIA di una comunità tanto inclusiva quanto eterogenea, composta da donne e uomini, di diverse provenienze, che insieme sono stati capaci di ricostruire una vita in libertà, seppur lontani dalla loro terra natia. Una storia che è il frutto di tante storie, diverse tra loro, che hanno realizzato un auspicio, quello della Fertilità di una nuova vita.
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Progetto Museale

L’Ecomuseo Egea è un museo in-divenire. Un progetto in perenne evoluzione che, partendo da un Padiglione museale denominato “Ex Officine” si estende quindi alla “Città di Fondazione di Fertilia” ed alla sua variegata comunità, composta da donne e uomini giunte negli anni da luoghi diversi.

Infatti oltre ai Sardi si sono ritrovati in questo luogo in tempi e per motivi diversi i coloni del Veneto e dell’Emilia Romagna, gli Esuli di Istria, Fiume e Dalmazia, che hanno completato la costruzione della Città di Fondazione abbandonata fin dalla fine del 1941 a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, i rimpatriati delle colonie italiane della Libia, dell’Eritrea, dell’Etiopia, della Corsica, dell’Isola di Rodi e della Romania, oltre a tante altre famiglie giunte qua per lavorare all’Aeroporto Militare.

Una comunità tanto eterogenea quanto inclusiva che ha visto nella componente giuliano-dalmata il suo nucleo di maggiore importanza, dal punto di vista numerico e di conseguenza culturale e sociale.

Il Padiglione OFFICINE racconta quindi questa storia ed accompagna il visitatore in un percorso nel tempo, attraverso il quale comprendere la complessità e la ricchezza di questa comunità e della sua storia.

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Guardiamo oltre il mare

Il Museo Egea intende aprirsi al mondo per tentare di RIUNIRE I FILI SPEZZATI DALLA STORIA. La volontà è infatti quella di rappresentare un punto di riferimento per gli esuli giuliano dalmati sparsi in tutti i 5 continenti del pianeta e per tutti coloro che nella loro vita, pre qualsiasi causa ed ovunque nel mondo, hanno dovuto lasciare la loro terra natia per approdare in un luogo lontano in cui ricostruire da zero una nuova vita.

In questo senso Egea rappresenta questo viaggio, che gran parte degli esuli hanno affrontato per mare. Un mare che li ha condotti verso la libertà e che ha consentito loro di raggiungere mete lontane e talvolta sconosciute. Un mare che diventa un “ponte” tra i popoli, un elemento che unisce e che è rimasto sempre nel cuore di queste donne e di questi uomini.

Un mare nel quale ogni sera, a Fertilia come in Istria, il sole concludeva il suo viaggio quotidiano, regalando emozioni forti a questo popolo, che in quel tramonto vedeva la sua casa abbandonata e riviveva la sua infanzia felice.

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LA VECIA BATANA

Proprio questa piccola imbarcazione da pesca, tipica delle acque calme del “Canal de Lemme” in Istria, rappresenta questo popolo di persone semplici costrette dalla storia a diventare eroi. Donne e uomini che, a causa del destino, sono stati costretti a trovare, dentro se stessi, la forza e la determinazione necessaria a sopravvivere ed a proteggere i propri figli, permettendo loro di vivere una vita felice ed in libertà.

Questa piccola barca, appartenuta ad Armando Barison, che fuggì durante la notte attraversando il mare Adriatico a remi per portare in salvo la moglie Graziella ed i figli Domina e Lino, dimostra che ognuno di noi, nella vita, può essere capace di imprese eccezionali, anche senza volerlo. Armando, attraverso il mare, ha trovato la libertà, al duro prezzo di un enorme sacrificio che rappresenta il sacrificio di tutti coloro che hanno scritto pagine di storia sconosciute, che noi vi vogliamo raccontare.

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